Carnual e Carnualìcchj

Carnevale

 

 

Tutto legato alle tradizioni franco-provenzali è il carnevale. I ragazzi si vestivano in modo buffo e con costumi che creavano da sè, si sporcavano la faccia di farina e andavano di casa in casa e canticchiavano:

               Carnual e carnualicchj                                   Carnevale, carnevalino

               Dnam na zi: ch s sausicchj                            datemi un pò di salsiccia

               Si la vulij pà dnà                                              se non la volete dare

               I pùsc tutt nfra-c-tà!                                          Possa tutta andare a male

     

La gente un pò di salsiccia la donava, anche perchè la superstizione aleggiava nell'aria, e non si poteva certo rischiare che la salsiccia " 'nfracettàss tutta quant ". Nel tempo la cantilena si è ripetuta, ma si riceveva un pò di caramelle o i tipici  " strusce " (struffolo/i). Che ogni famiglia preparava.

Un altra tipica usanza legata al carnevale cellese, era la creazione di un fantoccio di paglia, chiamato " paccalotte "  o " Francisc de paglie ". Esso veniva vestito alla meglio, con indumenti riciclati; in seguito con le tute, fu più semplice perchè la tuta veniva interamente riempita di paglia. Il fantoccio veniva esposto in piazza durante i giorni di carnevale, e l'ultimo giorno, giovedì grasso, veniva deposto su di una scala a pioli o lettiga "ciannìje" e portato in processione a mò di corteo funebre che piangeva accorato il "povero defunto". In seguito dopo averlo portato a lutto per tutto il paese, per porre fine definitivamente al carnevale, il fantoccio veniva messo al rogo! Tutt'oggi il termine "paccalotte" viene usato per indicare chi per l'appunto trascorre le giornate senza far niente.

L'altra figura che si ricorda con una certa suggestione, è il fantoccio della vecchia "la vièglje" : veniva creata sempre con la paglia, ma il suo aspetto veniva accostato a quello della morte, cercavano di renderla molto brutta e suggestionabile, con il fazzoletto sulla testa e una falce in mano; la sua fine veniva decretata con il taglio della sua testa. Sempre esposta in piazza, era il terrore dei bambini, quei bambini, oggi adulti, conservano ancora il suo orribile volto nella memoria!

Nel periodo del carnevale, oltre alle recite in piazza, si praticavano anche dei giochi di gruppo: " La ccannarutè " e " La squaccia pegnàte ".

La cannarùte era il gioco dell'uovo sodo, che consisteva nel bendare i partecipanti che con un coltello dovevano tagliare a metà l'uovo posto al centro del tavolo. Chi riusciva nell'impresa, mangiava l'uovo. Per rendere più divertente il gioco, si spostava l'uovo più volte.

La squaccia pegnatè o gioco del rompere la pignatta: chi partecipava veniva bendato e munito di una mazza con la quale doveva provare a rompere delle pignatte, le quali venivano appese al soffitto con una corda. Le pignatte venivano riempite alcune di cenere altre di lecornie. Il caso, ovviamente stabiliva la pignatta che ti era destinata! Per rendere più divertente il gioco, si faceva girare ilpartecipante su se stesso, per fargli perdere il senso dell'orientamento!

 

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