Lu caiu d San Vincenz o Sant  Uite

   Il maiale di San Vincenzo ( o di San Vito )

 

 

Nel periodo in cui le scrofe partorivano, c'era chi, per devozione regalava al paese, un bel porcellino che se ne andava indisturbato girando per tutte le strade del paese, e quando si avvicinava agli usci delle abitazioni, col suo tipico grugnito ( testualmente "gru gru"), ognuno gli dava qualcosa da mangiare, e veniva trattato meglio di una persona perbene. Il porcellino venne anche battezzato col nome di "Cenzelle" (Vincenza, in onore appunto di San Vincenzo), riconosceva tale come suo nome, e si avvicinava tranquillo. Non si negava mai il cibo a "Cenzelle", si sarebbe fatta un'offesa al Santo, anzi c'era chi gli preparava appositamente la cosiddetta "canėglje" (crusca) che veniva data abitualmente ai maiali di proprietā per farli crescere bene. La bestiola intanto cresceva, dormiva nelle strade sulla paglia sistemata in funzione di giaciglio per lei, e in prossimitā della festa si S. Vito o S. Vincenzo veniva messa all'asta, o , uccidendola si vendeva la carne, tutto comunque per contribuire, col ricavato, alla realizzazione della festa padronale che per quanto riguarda San Vincenzo, si celebrava il 28 Agosto.

 

       

 

Nota:

I pareri a tal proposito sono leggermente discordanti,ma non sulla tradizione, in quanto confermata da tutti, ma per quale Santo si fosse iniziata la tradizione; per questo motivo la scrivente ha dedotto che inizialmente foste stata fatta per San Vito, in seguito, proclamato il Santo protettore, nella figura di San Vincenzo, si sia iniziato a devolverla anche a lui.

 

            

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