ALLEVAMENTO DI BESTIAME

 

Come già detto, i primi abitanti di Celle di San Vito, si dedicarono a tale attività in maniera quasi spontanea, rispettando la vocazione naturale di questi luoghi per il pascolo e quindi per l'allevamento del bestiame.

La pastorizia, pur essendo stata sostituita dall'agricoltura, è stata comunque sempre praticata, anche fino ai nostri tempi, dai Cellesi, con la quale si sono sempre identificati.

Gli animali pertanto, erano infatti la vera e propria ricchezza di ogni famiglia. Con essi si dormiva e si lavorava assieme, la loro buona salute era tenuta in considerazione come la salute di tutti i componenti della famiglia.

Gli animali che prevalentemente si allevavano si dividevano in tre categorie:

                   >   Animali da pascolo

                   >   Animali domestici

                   >   Animali da lavoro  

 

Alla prima categoria appartenevano: Bovini, Caprini ed in prevalenza Ovini.

Questi animali oltre a fornire la carne per l'alimentazione delle famiglie, erano utilizzati in prevalenza per il latte, il quale costituiva un prezioso alimento per la nutrizione.

Con esso infatti si producevano formaggi di vari tipi (Pecorino,Ricotte, Caciocavallo, mozzarelle, ecc..), a volte si realizzavano formaggi con stampi di legno, a forma di bambole.

Questi prodotti venivano utilizzati come importante moneta di scambio, con altri prodotti, attrezzi, abiti, presso le fiere dell'epoca.

La pecora, come animale da pascolo, veniva preferito ad altri, primo per la sua capacità di adattamento e mansuetudine e poi perchè essa forniva ogni anno, nel periodo della tosatura, effettuata agli inizi del mese di giugno, la lana. Quest'ultimo prodotto considerato di primaria importanza per le famiglie, le quali fino a buona parte del secolo scorso, la utilizzavano per la produzione di indumenti e tessuti vari.

La lana infatti, dopo essere stata pazientemente lavata nei corsi d'acqua, veniva ripulita dalle impurità presenti mediante la "cardatura", successivamente veniva filata e quindi raccolta in gomitoli, per essere infine tessuta a mano. Tale attività, faticosa ed impegnativa, era esclusivamente praticata dalle donne, le quali, soprattutto per la filatura, si sedevano nelle calde giornate estive,al di fuori delle abitazioni, scambiandosi pettegolezzi vari ed intonando canti, tramandati fino ai giorni nostri.

Tutt'oggi la tradizione pastorizia rimane presente nel popolo di Celle di San Vito, essendo stata praticata fino a pochi anni addietro in maniera intensiva, per questo si cerca di darle risalto, celebrando tutti gli anni, nel mese di aprile, la " Sagra dell'Agnello ".

Altrettanto importanti erano gli animali domestici, quali: Galline, conigli e maiali.

Accuditi in prevalenza dalle massaie, erano destinati al consumo familiare, custoditi gelosamente; con i quali si dormiva e mangiava assieme, infatti anche oggi, nella memoria delle persone anziane, è presente il ricordo delle galline che razzolavano, sotto il tavolo mentre si mangiava.

Di importanza fondamentale era il maiale.

Esso veniva cresciuto ed accudito amorevolmente e si cercava di renderlo più grasso possibile.

L'uccisione del maiale compiuta dal capo famiglia, di solito avveniva tra la metà del mese di dicembre e gli inizi del mese di gennaio, era considerata una gran festa, alla quale s'invitavano parenti ed amici, con i quali gustare il saporito "sufftritt " e dimenticare per un attimo una vita, fatta di stenti e di miserie.

Uccidere il maiale e ricavarne, al contrario di oggi, più grasso possibile, era fondamentale per l'economia domestica. Dallo scioglimento del grasso si otteneva la "sugna " utilizzata per il condimento e la conservazione dei cibi, in assenza dell'olio di oliva, a quei tempi, alimento raro e prezioso.

Ancora si celebra tale avvenimento, nel paese può succedere di udire le urla del maiale morente che fanno rabbrividire molte persone, ma per alcuni è un dolce suono del passato, un ricordo che si perde nella notte dei tempi.

Inoltre, venivano allevati animali da lavoro perlopiù equini, quali: Muli e Cavalli ed in misura minore, Asini e Buoi da lavoro.

Ovviamente fino all'avvento dei mezzi meccanici, il possedere simili animali era considerato un segno di grande ricchezza, poiché essi svolgevano gran parte del lavoro pesante, sia per il lavoro dei campi e sia per gli spostamenti.

Era ricorrente farsi prestare i muli o i buoi per arare terreni o svolgere lavori più pesanti ( ad esempio la trebbiatura del grano o il trasporto della legna ) in cambio di manodopera. I buoi ed i muli erano posseduti dalle famiglie più agiate, mentre i cavalli, erano quasi esclusivamente posseduti dai nobili dell'epoca.

 

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